Alimenti congelati, sentenza della cassazione

Detenere nel pozzetto congelatore di un ristorante alimenti congelati senza indicare la loro qualità in menù è tentativo di frode in commercio.

Secondo la Cassazione il proprietario del locale che non avvisa i clienti, già dal menù, della presenza di ingredienti congelati commette il reato di frode commerciale. Inutile scaricare le colpe sul cuoco e sulla delega, attribuita allo stesso, all'acquisto e utilizzo dei prodotti.

Il Giudice ha confermato la sentenza (Qui) di condanna, sia in primo che in secondo grado di giudizio, di un ristoratore che ha posto in essere questa condotta.

Le parole dell'avvocato:

Nella decisione in esame la Suprema Corte ha escluso che, nella fattispecie,mancherebbe il presupposto del reato, ovvero il contratto. Ciò in quanto “è configurabile il reato ex artt. 56 e 515 cod. pen. allorché l’alienante compia atti idonei, diretti in modo non equivoco, a consegnare all’acquirente una cosa per un’altra ovvero una cosa, per origine, qualità o quantità diversa da quella pattuita o dichiarata. Può concretizzare la fattispecie di reato in esame anche il semplice fatto, nel caso di specie incontestato, di non indicare nella lista delle vivande, posta sui tavoli di un ristorante, che determinati prodotti sono congelati, in quanto l’esercizio di ristorazione ha l’obbligo di dichiarare la qualità della merce offerta ai consumatori: infatti, detta lista, consegnata agli avventori, equivale ad una proposta contrattuale nei confronti dei clienti e manifesta l’intenzione del ristoratore di offrire i prodotti ivi indicati; di tal che la mancata specificazione della qualità del prodotto (naturale o congelato) integra il reato di tentata frode nell’esercizio del commercio, perché la stessa proposta non veritiera costituisce un atto diretto in modo non equivoco a commettere il delitto di cui all’art. 515 cod. pen.”
(fonte)

In altre parole:
Il menù, sia del ristorante, della pizzeria o della paninoteca, deve essere dettagliato e riportare l’indicazione dei prodotti surgelati utilizzati per la preparazione di alcuni piatti.

È colpevole chi non indica, nella lista delle vivande posta sui tavoli, che determinati prodotti sono congelati. La legge impone «l’obbligo di dichiarare la qualità della merce offerta ai consumatori». Difatti, il menù «equivale ad una proposta contrattuale nei confronti dei clienti». Di conseguenza, «la mancata specificazione della qualità del prodotto (naturale o congelato)» permette di parlare, concludono i magistrati, di frode nell'esercizio del commercio.